Partiamo dalle origini: lui, Alberto Steiner, detto Albe, è nipote di Giacomo Matteotti; lei, Matilde Maria Covo, detta Lica, è figlia di facoltosi milanesi antifascisti.
Quando nel 1924 i fascisti trucidano lo zio, Albe ha 11 anni e affigge solennemente nell’atrio del suo edificio quello che sarà il suo primo volantino: genesi di un graphic designer.
A Lica, invece, i fascisti ammazzeranno il padre.
Il loro sodalizio, sentimentale e professionale (diventano, per tutti, i Licalbe), scrive una delle pagine più felici della storia della grafica italiana.
I Licalbe entrano nella Resistenza della Val Ossola: staffetta partigiana lei, commissario politico lui.
Insieme progetteranno i Convitti Rinascita per i figli orfani dei partigiani, disegneranno i fazzoletti dell’Anpi e tantissimi manifesti politici.
Casa Steiner è un porto di mare per l'élite antifascista: Elio Vittorini e sua moglie Ginetta, Giulio Einaudi e la moglie Renata, Gillo Dorfles, Ernesto Treccani, Italo Calvino. E quando viaggia, la coppia incontra Neruda, Picasso e Rivera.
Ma a noi, qui, interessa quella che potremmo definire la loro "militanza grafica".
Albe e Lica non sono solo due grafici: sono grafici "etici".
Dopo il 25 aprile lavorano alle Mostre della Liberazione e della Ricostruzione a Palazzo Reale, progettano copertine di libri, manifesti politici, giornali e riviste, mostre, monumenti, loghi.
Per loro, secondo Italo Calvino, «il piacere dell’invenzione formale e il senso globale della trasformazione della società non erano mai separati».
Lo storico Armando Petrucci scrive: «il 29 settembre del 1945 usciva a Milano il primo numero di un nuovo settimanale, “Il Politecnico”, diretto da Elio Vittorini.
Era quella un’epoca in cui l’Italia intera pullulava di nuovi periodici; ma questo, seppure con un nome “antico”, presentava un aspetto del tutto nuovo; con la sua prima pagina impaginata asimmetricamente, con il titolo bianco su banda rossa aperto in alto, con l’uso sistematico del carattere “bastone”, con l’inserimento vivacissimo di disegni e fotografie, con l’alternativa violenta di rosso e di nero, faceva irrompere di colpo in Italia le conquiste della grande grafica sovietica».
L'impaginazione così violentemente nuova del Politecnico è del suo Licalbe.
Allora qui non ci resta che copiare dai maestri.
L'esercizio?
L'ideazione, la progettazione e la realizzazione della tua newsletter (il numero zero, perché si tratta di un progetto pilota), che tratterà temi politici, sociali e culturali di tuo interesse.
Vincoli obbligatori:
asimmetria
colori nero, bianco e rosso
font bastoni
temi socialmente rilevanti
Dovrai inventare:
il titolo della newsletter
il logo
i 3 temi da trattare nel numero zero (per ognuno dei quali inventerai un titolo e una descrizione)
A te la scelta del font bastoni, delle immagini/illustrazioni/icone, dell'impaginazione complessiva.
La procedura è sempre la stessa: apri Canva, digita nel motore di ricerca la parola "newsletter", scegli il layout per il tuo project work e cambia colori, immagini e testi.
Buon lavoro!
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