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  • Immagine del redattoreLa Cate

Brand (identity) 15: Bergonzoni, la cretività e la De Filippi


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Oggi gira così: pausa di riflessione sugli usi e abusi della parola creatività, che con le faccende di branding ha sempre a che fare.

Alessandro Bergonzoni dice spesso robe sulla creatività e io ho cucito insieme qualche sua frase.


La creatività non è il successo, è il fa succedere. È la creatività la protagonista, non l’uomo. Io non sono un autore, sono un autorizzato: noi siamo antenne che captano la creatività. Ho paura di parlare di creatività se si parla di pubblicitari: la creazione è divina. La De Filippi lavora perché non c’è un pubblico creativo. Il pubblico deve essere educato alla creazione. Impossibile o incredibile? (Se ti dico che per guarire dal diabete devi leccare la suola di una suora è possibile o incredibile?).

Questa cosa che a lui fanno paura, i pubblicitari, dobbiamo tenerla a mente durante tutta la progettazione del nostro personal branding "creativo". Creare è faccenda seria, è ricevere qualcosa che c'è già, è essere autorizzati all'azione.

Sentirsi inadeguati (e Bergonzoni mi fa sempre sentire inadeguata) fa bene allo spirito. Ci fa camminare rasente al muro, che è il modo migliore per osservare le cose del mondo.

Poi però, quando saremo pronti a raccontarci (online e offline), metteremo il post-it con le frasi di Bergonzoni sulla bacheca impolverata dei post-it, e usciremo dal guscio dell'ansia da prestazione.

Perché a un certo punto si deve decidere che va bene così, per non sprofondare nelle sabbie mobili dell'inadeguatezza.

Una succosa consolazione? la pagina "about" di Bergonzoni è lunga e noiosa.

Possiamo di certo fare meglio.

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