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Immagine del redattoreLa Cate

Case 06: Obama 2008 e la sua digital strategy


Un case study datato, lo so, ma qui si parla del primo politico che ha fatto dello storytelling la sua strategia.

E fare storytelling, insegna il numero uno in Italia, Andrea Fontana, non vuol dire "raccontare storie" ma "comunicare attraverso racconti". Non tutte le storie sono interessanti. Invece i racconti sono pensati e prodotti per esserlo.

Sam Graham-Felsen è un nome che dovremmo googleare almeno una volta perché è un tipo interessante: ragazzotto alto e sbarbato, faccia pulitissima da perenne adolescente, è stato il direttore del blog della campagna presidenziale di Barack Obama nel 2008.

E' uno che ne sa, insomma.

E dice che non sono i mezzi a comunicare ma le persone che li usano.

Allora vediamo come li hanno usati, i mezzi, quelli del digital team di Obama.

Facciamo un passo indietro.

Obama nel 2007 è un senatore sconosciuto ai più, smilzetto e con le orecchie a sventola. Gli piace ballare e giocare a basket e sta simpatico a un bel po' di gente.

L'anno dopo è il 44° presidente degli Stati Uniti d'America.

Come ha fatto questo Davide allampanato a vincere contro il Golia dell'establishment americano?

Con una digital strategy che ha cercato di coinvolgere la gente, raccontando storie.


Obama_logo

E' lo stesso Sam a svelare (qui) i punti di forza di quella strategia di corporate storytelling:

💎 autenticità (Obama è sincero)

👥 identificazione (è uno di noi)

🔮 proiezione (guarda al futuro, un futuro diverso, migliore: e il suo logo, che esploorizzonti, incarna la vision)

📣 condivisione (non dice mai "io farò" ma "noi faremo")

🌐 visibilità (Obama è ovunque nel web)

🤝 interazione (è accessibile, dialoga con noi e chiede il nostro parere)

brevità (i video, i post, gli slogan: tutta la comunicazione è breve ed essenziale)

🎊 creatività (l'immagine topic della campagna del 2008 è senza dubbio il poster del writer Shepard Fairey)

🎐 leggerezza (Obama diventerà il presidente dei selfie sotto il tavolo, dei balli improvvisati e delle battute di spirito)

Su tutto, imperante, resta la centralità del racconto strategico: la biografia di Obama, le microstorie della sua bella famiglia, ma anche la curiosità per le storie che ciascuno di noi ha da raccontare.

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