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Immagine del redattoreLa Cate

Case 22: quando i ceci diventano Hippeas


Hippeas | Livio Bisterzo

La storia qui è facile da raccontare perché conosco il suo protagonista.

Si chiama Livio Bisterzo, è italianissimo ma trapiantato a Londra prima e negli USA poi, ha i capelli rossi, lo sguardo acuto e un sorriso sincero. Parla poco ma ha le idee chiare.

Ed è un mio amico. Perché anche se uno non lo vedi da vent'anni mica l'amicizia cade in prescrizione, giusto?

La premessa è d'obbligo: millenni fa Livio e altri amici venivano a casa mia a scroccare il caffè pomeridiano e a condividere sigarette e sogni.

Il suo, di sogno, era quello di partire. E così l'ultimo dei pomeriggi insieme lo abbiamo passato a fantasticare su come avrebbe sbarcato il lunario a Londra.

Non l'ho più rivisto.

Ho avuto sue notizie dagli amici in comune ma niente, ci siamo persi di vista.

Qualche mese fa ho letto la notizia flash di un italiano che con la sua startup green e smart si era conquistato il plauso e i finanziamenti di Di Caprio (sì, quel Di Caprio lì). L'azienda in questione si chiama Hippeas, produce snack vegan e bio e mi è bastato vedere il logo per diventare brand addicted.

Chi poteva immaginare che il suo founder fosse proprio il mio amico Livio?

Fine della storia.

Vado di analisi rapidissima:


Hippeas | Brand Identity

NAMING: da solo è già storytelling. Hippeas gioca sulle assonanze e diventa mondo immaginifico e nostalgico di 'peace and flowers'.

COLORS: just yellow (alla faccia mia, che dico ai miei studenti di non usare mai colori urlati). Un giallo assordante che però diventa essenziale, perfino minimal, nelle sue combinazioni con i colori dei 4 snack in commercio: l'arancione di Cheese & Love; il verde di In herbs we trust; il viola di Far out fajita e il rosso di Sweet & smokin’.

WORDS: il linguaggio è quello divertito e divertente dei giochi di parole e delle citazioni virali.

TOV: il tono of voice è allegro, dinamico, fortemente identificativo.

E allora i gadget la fanno da padroni, la grafica è protagonista assoluta e il packaging una questione di vita o di morte del buon gusto. La comunicazione di Hippeas è fresca, giovanissima, sorprendente.

Ma non basterebbero i colori azzeccati, il font bastoni e le borse trendy se Hippeas non avesse una vision chiarissima e una mission assoluta: Livio ha lanciato la sua snacking revolution mettendo in piedi un business di forte impatto sociale che promuove un'irresistibile rinnovamento culturale.

E per cambiare la cultura non c'è niente di meglio che mettersi a farla, creando prodotti che raccontino una filosofia di vita, che suscitino empatia, senso di appartenenza e condivisione di idee.

Hippeas è tutto un mondo, quindi.

Impossibile non esplorarlo.

A quando in Italia?

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