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  • Immagine del redattoreLa Cate

Case 12: McCann Lima e lo slogan inquinato



[caratteri: 1066 | tempo di lettura: 50"]

Sono vissuta a Lima, tempo fa.

Per curiosità prima, per ostinato campanilismo poi.

La mattina del mio quarto giorno limeño una dozzina di pirañitas (ragazzini armati che fanno scorribande a zonzo) mi assalì e mi derubò.

Colpa mia: avevo varcato le colonne d'Ercole della città ed ero entrata, cartina in mano e aria da turista, in una zona in cui uno non deve entrare né con la cartina in mano né tanto meno con l'aria da turista.

Stavo all'incrocio tra Viale Abancay e Via Loreto, nel quartiere del Rimac.

Ci sarei tornata, mesi dopo, senza cartina e senza aria da turista.

Ma è un'altra storia, questa.

Due settimane fa leggevo che l'agenzia McCann ha fatto una roba geniale per promuovere la compagnia energetica Calidda: ha dispiegato un telo enorme con una scritta invisibile e adesiva. Lo smog della città in poche ore l'ha colorata di nero e l'ha svelata: "Me cuesta mucho respirar" (mi costa molto respirare).

La clip (dal titolo "Lima talks") merita di essere vista: mentre la scritta, in time-lapse, prende colore e vita, lo spettatore sente il fiato corto e inizia a respirare a fatica.

Quanto a me, invece, non mi tolgo dalla testa che quel pannello enorme campeggia all'incrocio tra Viale Abancay e Via Loreto, nel quartiere del Rimac.

Que viva Lima, que viva el Perù!

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